giovedì 1 marzo 2007

Leggere aiuta a crescere!

bimbo Oggi vi propongo un articolo pubblicato su "La Repubblica" che sottolinea come la partecipazione attiva all'interno della diade madre-bimbo fin dall'inizio, abbia un importante risvolto positivo per la crescita di quest'ultimo. In particolare il tema in questione riguarda la lettura e come questa possa veicolare lo sviluppo di capacità diverse nel piccolo oltre che consolidare la relazione con la madre.
Leggere al neonato, fin dai primi vagiti. Leggere al bimbo che ancora non possiede gli strumenti per farlo da solo, per aiutarlo a crescere. "La lettura precoce", spiega Beatrice Benelli, docente di Psicologia dello sviluppo linguistico e sociale alla Facoltà di Psicologia di Padova "ha diversi effetti positivi: sullo sviluppo linguistico (in particolare sull'acquisizione del vocabolario nei bimbi sotto i 3 anni); sullo sviluppo delle capacità cognitive e della conoscenza (aumenta la capacità di rappresentarsi mentalmente realtà diverse e lontane dal "qui ed ora" e di evocarle), con la conseguente acquisizione anche di un lessico "decontestualizzato", ossia non limitato alle cose quotidiane e presenti". Ma le ricadute positive si estendono anche alla concezione del libro e della lettura. In sostanza il libro diventa per il bambino oggetto di interesse come tale, piacevole fonte di esperienza e conoscenze. Ciò aumenta la probabilità che la lettura fatta dall'adulto al bambino, quando questo è piccolo, si trasformi in lettura autonomamente condotta e perseguita dal bambino stesso, quando è più grande. Infine, la precoce esposizione al testo scritto permette di acquisire con più facilità quelle regole che sono coinvolte nell'acquisizione della letto-scrittura (la corripondenza suono-segno grafico, la scansione e composizione delle parole, l'organizzazione degli argomenti, ecc.). La lettura precoce è naturalmente importante, puntualizza Roberto Cambiaso, pediatra di Genova, "anche per l'instaurarsi di una buona relazione genitori-bambino". Non è solo fonte di apprendimento linguistico e concettuale, ma soprattutto un'occasione di scambio comunicativo e affettivo tra bimbo e adulto."È un rito", aggiunge Benelli, "che conferma l'appartenenza ad un nucleo sociale (la famiglia), stabilisce significati comuni e condivisi, perpetua abitudini e tradizioni diventando quindi un momento centrale nella costruzione della identità infantile. La proprietà generale è la sua natura dialogica che non consiste nel leggere semplicemente il testo, ma nel coinvolgere il bambino con domande, conferme, commenti, espansioni di informazioni, riferimenti alla sua esperienza...". Per iniziare "non è mai troppo presto", suggerisce Cambiaso. In ogni caso la lettura diventa "irrinunciabile" dopo i 6 mesi, quando il bebé è in grado di prestare sempre più attenzione all'ambiente esterno.


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