lunedì 5 marzo 2007

La musica racconta la realtà

Quest'anno al Festival di Sanremo ha vinto chi ha cantato per ricordare, chi ha prestato la sua voce a qualcuno che non avrebbe potuto raccontare la sua storia e chi è riuscito a rendere melodia i drammi quotidiani. Danilo Di Matteo ha descritto così la canzone vincitrice.


Lo stigma nei confronti dei “malati di mente”, si sa, è duro a morire e tende a riproporsi in forme sempre nuove, anche se è ormai diffusa la consapevolezza che certi vissuti (di ansia o di depressione soprattutto) non sono estranei alla maggior parte di noi.
La canzone di Simone Cristicchi, uscita vincitrice al festival di Sanremo, contribuisce ad abbattere il muro che ci separa dalle forme più gravi di sofferenza psichica. Una lettura parziale della psicoanalisi, infatti, può portare a pensare che gli psicotici tendano a investire l’energia libidica solo su se stessi (ritiro narcisistico) e siano incapaci di amare davvero e in maniera durevole. In realtà proprio Freud mostrava come vi siano sempre (in tutti noi) spinte divergenti e fra loro potenzialmente conflittuali fra l’Es (le pulsioni), il Super-Io (le norme morali) e la realtà esterna. E nei disturbi psichiatrici è il rapporto con quest’ultima che può essere gravemente compromesso; da qui lo scacco nelle relazioni interpersonali. La malattia, in altre parole, non solo consente al paziente di avere una vita sessuale (come non di rado avviene), ma gli lascia anche il desiderio di amare ed essere amato: solo che il percorso volto a realizzarlo è per lui pieno di insidie e di ostacoli sovente insormontabili.Così la lettera d’amore cantata da Cristicchi è un grido di libertà; la ricerca di una via per superare i limiti imposti da una sorte avversa e disporre gioiosamente dei propri sentimenti.



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