I neuroni specchio sono situati nella corteccia premotoria e nelle aree parietali inferiori che in parte coordinano movimento e percezione e inoltre nel lobo parietale posteriore, nel solco temporale superiore e nell'insula, regioni queste deputate alla comprensione dei sentimenti e alla capacità linguistica.
Ad essere sinceri sembra proprio che li utilizziamo per apprendere tutto: a partire dalla semplice imitazione che da piccoli insegna a camminare fino all'attribuzione di un significato più profondo a gesti ed espressioni che ci consentono di emozionarci.
I risultati che hanno dato un particolare rilievo alla scoperta dei neuroni specchio, risalgono a tempi recenti, quando nel 2005 Gallese e Rizzolatti hanno dimostrato che se ascoltiamo una frase che descrive una determinata azione, in noi viene elicitata la stessa area deputata ad eseguirla e che comporta l'attivazione dei neuroni specchio, come se in definitiva non ci fosse differenza tra il dire e il fare.
Inoltre sempre nel 2005 Iacoboni ha effettuato degli esperimenti in cui provava l'attivazione di gruppi di neuroni specchio differenti, in base allo sfondo emozionale legato all'immagine somministrata: lo stimolo era "l'avvicinamento del braccio" e il contesto all'interno del quale aspettare questo gesto si alternava tra una tavola imbandita ordinatamente e una invece caotica. Nel primo caso l'aspettativa era che la mano si muovesse per bere dalla tazza del tè, mentre nel secondo caso il movimento veniva collegato al gesto di sollevare la tazza per sparecchiare.
L'attivazione di gruppi differenti, sembra essere legata alla percezione delle intenzioni ed è proprio questa la caratteristica fondamentale attribuita ai neuroni specchio: la comprensione delle esperienze a partire dal nostro modo di percepire le espressioni altrui.
Quella dei neuroni specchio è un'area delle neuroscienze che costituisce un interesse particolare, soprattutto se consideriamo le conseguenze di una loro eventuale anomalia. L'incapacità di riconoscere le azioni degli altri, secondo alcuni, avrebbe alla base un difetto di questo gruppo neuronale che potrebbe spiegare l'assenza di risposta tipica dell'autismo.
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